Finora si è parlato di alcune componenti della processione che, benché presentino delle caratteristiche particolari, possono essere indicate come “normali”: la Macchina della Risurrezione, i portatori delle Croci, i portatori dei Lampioni, dello Stendardino, la Banda che suona... e si è tralasciata un’altra componente essenziale di questa manifestazione: la squadra degli Sparatori che, con grande spavento dei piccioni torraioli, scandisce con spari a salve il percorso trionfale delle strade del centro storico.
L’abitudine di accogliere con spari il momento in cui le campane tornano a suonare dopo il silenzio dei giorni precedenti, è una delle più antiche, infatti è già testimoniata in un documento del 1622. Oggi “gli Sparatori” sono fieri di proseguire questa antica tradizione che ad un occhio superficiale potrebbe quasi sembrare un retaggio di un qualche rito pagano, ma che i Tarquiniesi sentono come un segno di gioia ed anche come ricordo dei tuoni, dei lampi e degli altri sconvolgimenti avvenuti prima con la Morte e poi con la Risurrezione di Cristo.
Gli Sparatori, che oggi sparano cartucce (circa 2500) caricate a... coriandoli (mentre nel passato le cartucce erano caricate a polvere nera), aprono la Processione e per tutti non potrebbe esserci un modo più coinvolgente, più entusiasmante ed allegro per annunciare il coronamento della presenza di Cristo tra gli uomini.
La folla sente tutto ciò e con il suo entusiasmo, la sua fede ed i suoi incitamenti contribuisce a rendere l’atmosfera della manifestazione indimenticabile. Veder avanzare il Cristo su questo mare di folla ondeggiante è uno spettacolo che non si dimentica facilmente. In quel momento ogni amarezza è vinta e la commozione prende un po’ tutti.